“LE PIETRE DELLA MEMORIA” – in occasione della Giornata della Memoria

Articolo a cura della Prof.ssa Tiziana Pianese

 

« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Anche quest’anno l’I.C. Serino ha dedicato particolare attenzione alla Giornata della Memoria, in primo luogo aderendo all’iniziativa del grande schermo, ovvero il Cinema, con la visione della proiezione del film “Gli Invisibili” di Claus Rafle distribuito dalla Lucky Red per l’evento del 27 Gennaio 2018, a cui farà seguito il dossier didattico promosso dalla stessa casa cinematografica e poi con l’allestimento di una mostra dal titolo “Le pietre della Memoria” nell’atrio della nostra scuola. 

L’idea nasce tra i banchi delle classi prime di tutte le sezioni della Scuola Secondaria di 1 grado, partendo dallo studio di un progetto artistico concepito da Gunter Demnig che nel 1990 pensò di occuparsi del tema della Memoria utilizzando cubi di cemento di dieci centimetri inseriti nei marciapiedi, la cui superficie è ricoperta di ottone.

Si tratta degli Steine: su di essi sono riportati i nomi e le date di nascita delle persone e vengono incorporati nel selciato stradale delle città davanti alle abitazioni delle vittime di deportazioni; quelle case furono probabilmente luoghi abitativi o di prigionia o  nascondigli di tante persone che durante la Seconda Guerra Mondiale provarono a sfuggire alle deportazioni naziste.

Il nome, l’anno di nascita ed il luogo dei campi di concentramento riportati sulle pietre sono informazioni che intendono ridare individualità a chi veniva considerato un numero e non una persona.

Le Pietre d’inciampo in tedesco sono dette Stolpersteine. Il verbo stolpern, che precede la parola Stein, pietra, ha un duplice significato: «inciampare», nella forma intransitiva; «attivare la memoria», in quella transitiva.

 L’espressione “inciampo” non va intesa in senso fisico ma visivo e mentale perché ognuno possa pensare e fermarsi ad osservare. La pietra è anche un’usanza ebraica: al posto dei fiori, per ricordare i cari e le origini del loro popolo, gli ebrei depongono sulle tombe non i fiori ma i sassi.

Le pietre diventano così per noi un momento di grande riflessione didattica: su di esse immagini, trascrizioni in corsivo di nomi in ebraico di ragazzi e ragazze, rappresentazioni di simboli per ridare anche noi, attraverso la mente e l’espressione artistica dei nostri alunni, individualità a tante persone.

Le pietre non a caso sono ai piedi di una carriola adagiata su di un fianco per simboleggiare il duro lavoro e le fatiche dei deportati nei campi di concentramento, sotto lo sguardo inerme e senza espressione di una maschera bianca che indica un volto che non c’è ma che c’è stato, su di un manichino debitamente vestito con un pigiama a righe!

Abbiamo così anche noi voluto “inciampare” non nel rito del ricordo ma nella cultura della memoria. (Elisa Springer “Il silenzio dei vivi”)